Hey Joe , lungometraggio di Claudio Giovannesi con James Franco è stato presentato oggi in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, in sala dal 28 novembre, è un film sulle conseguenze della guerra.

Di cosa parla “Hey Joe”?

Il film parla di un fatto realmente accaduto. Il soldato americano interpretato da James Franco era nell’esercito alleato nel 1943 a Napoli, città distrutta dalle bombe, poverissima, dove le donne si prostituivano per sopravvivere. Da veterano, dopo aver combattuto in Vietnam, torna in Italia nei primi anni Settanta per riprendersi suo figlio, nato dalla relazione con una ragazza napoletana. Ha perso tutto e quello è il suo ultimo sogno, ma scopre che il ragazzo è cresciuto nella malavita ed è adottato da un boss del contrabbando.

James Franco

In conferenza stampa Franco ha parlato del suo personaggio: “Il mio personaggio è uno che ha lasciato in America una famiglia distrutta, un matrimonio fallito, ha dovuto così vendere casa e auto, ma per quanto sia caduto in basso, sia vecchio, c’è sempre per un uomo la possibilità di cambiare. Non è mai troppo tardi per farlo. Dean dice a un certo punto a se stesso: ho sprecato la mia vita, ma ho un figlio e forse posso fare qualcosa di positivo. Vado a Napoli a conoscerlo, vediamo dove questo mi porta“.

Il cinema italiano

Questo ruolo è stato un dono per me, amo da sempre il cinema italiano presente e passato e per puro caso avevo appena visto La paranza dei bambini quando Claudio mi ha chiamato. Ho trovato la sceneggiatura toccante ed estremamente importante“.

“Hey Joe”: Claudio Genovesi

È una storia realmente accaduta, diventata leggenda nei Quartieri Spagnoli di Napoli – dice il regista -.Il film è ambientato nel 1971, a Napoli c’è la Base Nato, la presenza degli americani è ancora numerosa e la città vive di contrabbando e prostituzione. Sta nascendo la società dei consumi: gli Stati Uniti, dopo la libertà, stanno insegnando all’Europa l’importanza della merce e il desiderio per gli oggetti, soprattutto quelli irraggiungibili che vengono dall’altra parte dell’oceano“.

La povertà

L’esercito alleato ci ha liberato dal nazifascismo, ma quando gli angloamericani sono arrivati a Napoli nel 1943, gli italiani erano un popolo vinto e Napoli una città distrutta dalle bombe. Non c’era cibo e così la città si è trasformata in un gigantesco bordello. C’era il problema della sifilide, così molti soldati, per non frequentare le prostitute, sceglievano ragazze povere: la relazione tra i militari angloamericani e le donne italiane si basava sulla fame e i sentimenti nascevano dal bisogno.
Questa è la colpa del protagonista, che porta su di sé una colpa della Storia
“.