Ironico, grottesco, capace di mettere in crisi la società borghese del primo Novecento, questa è stato ed è tutt’ora la forza di Uno nessuno e centomila. L’ultimo dei romanzi di Pirandello è denso di enigmi e, secondo lo stesso autore, esso è “sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di quello che farò“. In scena al Teatro Gioiello di Torino dal 30 gennaio al 02 febbraio 2025.

Chi è il protagonista di ” Uno nessuno centomila”?
Il protagonista Vitangelo Moscarda è forse uno dei personaggi più complessi della produzione pirandelliana: prima impacciato e prigioniero delle opinioni altrui, poi sempre più consapevole e determinato a cercare l’autenticità spirituale dell’esistenza, fino all’affrancamento finale da tutte “le rabbie del mondo”.
Un lavoro rivoluzionario, soprattutto per i tempi in cui fu scritto, che tocca temi estremamente attuali come il rapporto con la natura, con una spiritualità negata dalla società e dalla convenienza, la ricerca spasmodica di se stessi. Un testo che nella sua modernità sorprende, soprattutto oggi, nell’analisi dell’istituto bancario e dell’impatto che lo stesso ha sul tessuto sociale. Un impianto scenografico in movimento, un gruppo di cinque straordinari attori e l’umorismo tipico in Pirandello, ci racconteranno questa storia ancora oggi di grandissima attualità.
“Uno nessuno centomila” il libro
Vitangelo Moscarda, detto Gengè, è un uomo benestante che vive nel paese di Richieri. Una mattina sua moglie Dida gli fa un’osservazione in sé innocua, ma che lo fa sprofondare in una profonda crisi esistenziale. La donna infatti gli fa scoprire una lieve pendenza del naso, un piccolo difetto di cui egli non aveva coscienza. Si accorge così che lui pensava di conoscersi e di sapere chi fosse, ma non è così: gli altri vedono in lui una moltitudine di difetti e di caratteristiche di cui lui non è a conoscenza. Lui non è “uno”, come credeva di essere, ma è “centomila” : ogni persona con cui entra in contatto lo vede in molto diverso. Il suo io è fratturato in un’infinità di maschere in cui lui non si riconosce.

Primo Reggiani