E’ di nuovo single perché vedova (Mark darcy è morto, nel film fa due apparizzioni), con due figli piccoli. Ma lei non è cambiata sempre impacciata così e romantica. Nove anni dopo riecco Bridget Jones, di nuovo alle prese con l’amore.
Bridget Jones
Renée Zellweger torna a interpretare il personaggio che 24 anni fa nacque dalla penna di Helen Fielding e che ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico. Renée Zellweger è stata candidata all’Oscar come miglior attrice protagonista, per la sua interpretazione del personaggio di Bridget Jones. Adesso il quarto capitolo della saga, titolo ‘Bridget Jones – Un amore di ragazzo’, diretto da Michael Morris.

Cosa ha detto in conferenza stampa Renée Zellweger?
La conferenza stampa si è tenuta all’Hotel De La Ville a Roma, noi siamo stati invitati poi, all’anteprima del film (per noi c’era Elisa Rossetto). Ma cosa ha detto in conferenza stampa Renée Zellweger? Parla della speranza che un personaggio come Bridget da: “l’ottimismo, quel credere che fai finta che vada tutto bene finché non va davvero tutto bene. E a prescindere da quanto lei si senta imperfetta, il divario della percezione che ha di se stessa rispetto a come la percepiscano gli altri, alla fine trionfa sempre, non molla mai. E questo ci regala speranza”.

“Abbiamo fatto questo film perché aveva un obiettivo, ci voleva una qualche evoluzione, non si può raccontare la stessa storia sempre. Il personaggio si è mosso in tempo reale come se fosse stato vero. Devi saperlo che quando arrivi a questa età ci sono la perdita e il dolore, anche se sembriamo sempre gli stessi. Lei guarda alla vita, forse ora è più misurata ma l’essenza è quella autentica, la sua bellezza, il suo continuo ottimismo, la dolcezza e la ricerca della parte romantica”.
Il suo legame con Bridget?
Parlando del suo legame con Bridget ha detto: “Mi sento così legata nel mio inconscio a questo personaggio, ha risposto l’attrice in conferenza stampa – ci sono sicuramente delle cose che ho in comune con lei, capisco il suo rapporto complicato con il tempo, il concetto del far finta che va tutto bene finché va bene e poi quel cogliere il momento poco opportuno e vedere sempre il lato romantico”. C’è un consiglio che darebbe alla prima Bridget Jones? “C’è un momento nel film che la dice lunga sulle decisioni che prende, non sono parole, ma è una scelta… Cosa direi? Andrà tutto bene, andrà tutto bene”.
La recensione di Elisa Rossetto
Dopo la delusione del film precedente, “Bridget Jones: Un amore di ragazzo” si rivela una bella sorpresa. Questa nuova pellicola è capace di arrivare dritto al cuore e regalare il giusto finale per la “pasticciona” più iconica di tutti i tempi, senza farci mancare le risate.
Al centro del film non vi è solo la necessità di Bridget di dover voltare pagina dopo quattro anni, bensì anche la ricerca del benessere dei propri figli e la loro paura di dimenticare il proprio padre (soprattutto da parte del figlio maggiore: Billy Darcy).
Questa paura però non per forza deve avverarsi: sebbene una persona non ci sia più fisicamente, non significa che questa non sia ancora fra noi. Come viene spiegato dal pragmatico professore di scienze di Billy per convincerlo: nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. L’energia cambia di forma ma si conserva sempre.
È proprio questo arco narrativo serio e toccante dedicato a Mark Darcy a farla da padrone nel cuore degli spettatori per il suo bellissimo messaggio, senza ovviamente nulla togliere alla felicità e vita amorosa dell’amatissima Bridget Jones (Renée Zellweger- che ci regala una bellissima interpretazione). Unica nota negativa è probabilmente alle volte il personaggio di Daniel Cleaver (Hugh Grant) che anche a causa degli omaggi e citazioni dei film precedenti viene quasi portato ad essere una sorta di parodia del suo stesso personaggio, nonostante l’interessante arco narrativo a lui dedicato.
Michael Morris si dimostra essere così il “degno” eletto per il capitolo conclusivo della saga, omaggiando i film precedenti, rispettando il personaggio di Bridget Jones e concedendole finalmente (o così si spera) il tanto desiderato Happy Ending che non appare scontato ma semplicemente giusto.

