Siamo arrivati alla fine di un grande Torino Film Festival grande successo al botteghino e di star (Torino se lo merita), come ha detto il direttore Giulio Base nella conferenza stampa di chiusura “I dati sono molto incoraggianti e l’occupazione in sala, così come la vendita dei biglietti, è cresciuta nonostante la diminuzione dei film e delle sale”. Ha annunciato le date per il prossimo festival che si terrà dal 21 al 29 novembre 2025. Holy Rosita di Wannes Destoop ha vinto come miglior lungometraggio.

Tutti i premi ufficiali: Concorso Lungometraggi vince Holy Rosita

La giuria del Concorso Lungometraggi presieduta da Margaret Mazzantini (Italia) e composta da Milcho Manchevski (Macedonia), Anne Parillaud (Francia), Giovanni Spagnoletti (Italia) e Krzysztof Zanussi (Polonia), assegna i premi:

Premio per il miglior film (20.000 euro) a: HOLY ROSITA di Wannes Destoop

Premio speciale della Giuria IWONDERFULL (7.000 euro) a: VENA di Chiara Fleischhacker

Miglior sceneggiatura a: L’AIGUILLE di Abdelhamid Bouchnack

Premio per la migliore interpretazione 1: Flora Ofelia Hofmann Lindahl, Christine Albeck Børge, Karen-Lise Mynster in MADAME IDA

Premio per la migliore interpretazione 2: River Gallo in PONYBOI

Menzione a DISSIDENT di Stanislav Gurenko e Andrii Al’ferov

Concorso documentari

La giuria del Concorso Cortometraggi presieduta da Michela Cescon (Italia)e composta da Darko Perić (Serbia) e Nicola Nocella (Italia), assegna i premi:

Premio per il miglior film (3.000 euro) a: WALK IN di Haneol Park, per la capacità del racconto in una dimensione inaspettata con uno stile personale, impeccabile e con punte di pura poesia.

Premio speciale della Giuria a: FIRE DRILL di Maximilian Villwock

Menzione a SOMEONE’S TRYING TO GET IN di Colin Nixon

Premio Fipresci

La giuria composta dai critici cinematografici Marco Lombardi (Italia), Giuseppe Di Salvatore (Svizzera) e infine da Massimo Arciresi (Italia) assegna il premio FIPRESCI (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) a:

VENA di Chiara Fleischhacker

Con la seguente motivazione: “Per la sua capacità di trasformare la storia intensa di una maternità in un percorso plausibile di salvezza dalle dipendenze grazie a un’interpretazione molto umana, una storia emotivamente forte e un montaggio che scandisce bene i tempi della narrazione, a tratteggiare complessivamente una maturità registica non comune per un’opera prima”.