In occasione dei cento anni dalla nascita di Marcello Mastroianni, Roma fa rivivere il suo mito. Volto ufficiale della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma e protagonista di una mostra allestita a Castel Sant’Angelo (12 ottobre 2004-12 gennaio 2025) Mastroianni, Ieri, Oggi, Presente che raccoglie una straordinaria collezione di scatti fotografici che ripercorrono la vita e la carriera di una leggenda del cinema italiano.

Il nostro collaboratore, Andrea Lubello, ci racconta Mastroianni attraverso memorie cinematografiche, aneddoti, citazioni e momenti significativi del suo brillante percorso artistico.

Simbolo dell’italianità e di un’epoca

“Marcello, come here!”. Con questa simpatica citazione di Anita Hackberg, dal film La dolce vita, rendiamo omaggio ad un simbolico centenario di un nostro mito nazionale: Marcello Mastroianni.

Nominato tre volte per l’Oscar e cinque volte vincitore del David di Donatello, di cui uno speciale alla carriera, e svariate volte candidato ai Nastri d’argento.

Un divo conosciuto a livello internazionale, che ha varcato la scena in diversi decenni, lavorando con maestri del cinema italiano come Ettore Scola, De Sica e Fellini.

I suoi personaggi sono, il più delle volte ,un ritratto della figura italiana, molto poliedrica. Tra l’introspezione di un Guido Anselmi di , e la genuinità di un romano de “‘na vorta, come in Dramma della gelosia-tutti i particolari in cronaca.

Gli esordi

Durante la 77esima edizione del Festival di Cannes, è stato presentato, da sua figlia (Chiara Mastroianni), un film dedicato a lui: Marcello mio! Una cosa è certa, se non è defunto per lei, non lo è neanche per noi, motivo per cui gli dedichiamo un articolo celebrativo.

Marcello è un attore che nasce come comparsa, lavorando in alcuni film romani di spessore, e finita la guerra comincia a studiare recitazione, dove conosce la grande Silvana Mangano, con cui ebbe una breve relazione.

I suoi inizi seppur con delle compagnie dilettanti, vengono notati dal maestro Luchino Visconti, che lo chiama per recitare nella sua compagnia, in testi di Shakespeare e Williams.

Ed è proprio in una di quelle sere che avviene un incontro fondamentale per la sua carriera: Federico Fellini.

Il rapporto con Fellini

Marcello conosce Federico nel 1947 al Teatro delle Arti, lo stesso giorno in cui lui invece conosce Giulietta Masina, sua futura coniuge.

Da quel giorno passano sei anni, e nel 1953 Marcello viene convocato da Federico in persona, su una spiaggia di Fregene, per proporgli il suo primo ruolo ne La dolce vita.

Fellini dichiara “Devo girare un film, per De Laurentis e lui vorrebbe Paul Newman, ma è troppo importante, a me serve un volto qualsiasi”. E menomale che il suo era un volto qualsiasi!

Il personaggio di Marcello Rubini è contiguo a quello di Franco Interlenghi, ovvero Moraldo de I vitelloni, che dopo essere partito dalla sua città di Rimini, si reca in una meta sconosciuta, magari Roma? Diciamo che questo film potrebbe essere una risposta.

L’apice della sua carriera

Marcello arrivava sul set impreparato, senza battute, tanto come diceva “Federico cambia le parole durante le riprese e poi le cambia durante il doppiaggio”. Ma nonostante questa mancanza di indicazioni, si divertiva molto nel farsi dirigere dal suo maestro, nonché amico.

Avrebbe dovuto anche interpretare il ruolo protagonista del film mai realizzato Il viaggio di G. Mastorna: progetto bloccato a causa dell’estrema superstizione di Fellini.

Successivamente è un altro ruolo a rendere grande il suo mito, Guido Anselmi di : l’alter ego di Fellini. L’iconicità dell’interpretazione basata sulle introspezioni del suo maestro, costruisce un altro tassello del nostro Immaginario collettivo.

E dopo l’apice di quest’ultimo film, i due lavorano insieme solo in altre due pellicole, La città delle donne e Ginger e Fred, in coppia con una splendida Giulietta Masina. Nel film Roma invece, fa un cameo che poi viene tagliato.

E nel 1990 sarà proprio il maestro in persona a consegnare il Leone d’oro alla carriera a Mastroianni, che viene accolto teneramente con questa frase “Caro Marcello, do you remember me? sono il tuo alter ego, come stai?”. Due grandi amici.

Negli anni ’60 prende parte a molti film, ma vorrei ricordarne uno in particolare, un film corale di Antonio Pietrangeli, non da tutti ricordato: Fantasmi a Roma.

Un film, interpretato da grandi nomi come Eduardo De Filippo, Sandra Milo, Vittorio Gassman, tra l’altro, scritto dal regista stesso insieme a dei famosissimi sceneggiatori nel cinema italiano dell’epoca, ovvero Ruggero Maccari, Ettore Scola e Ennio Flaiano.

Il suo buffo personaggio è quello di un principe settecentesco, che muore cadendo dal balcone di una fornaia che stava seducendo, prima dell’arrivo del marito.

Ma nel 1961, il nostro Marcello partecipa ad un film che gli procura una nomination come migliore attore protagonista agli Oscar: Divorzio all’italiana; in cui interpreta una figura maschile nazionalpopolare, che è una satira sul tema del delitto d’onore. I suoi tic,

legati alle espressioni facciali, e la sua cadenza, hanno costruito un’altra interpretazione che ha fatto breccia nel nostro immaginario collettivo.

Con Vittorio De Sica e la Loren

Ritroviamo Marcello in molti film di De Sica, soprattutto, se in coppia con un’altra mitica donna, che il mese scorso ha festeggiato i suoi 90 anni: Sophia Loren.

La loro coppia era più che genuina, anzi. La mamma di Marcello, ogni volta che non vedeva Sophia in un film accanto a lui, chiedeva “Hai litigato con Sophia?” Solo per citare qualche suo film Ieri oggi e domani, Matrimonio all’italiana e I girasoli.

Ma è anche dopo sette anni dall’ultimo con De Sica, che i due rifanno centro, ma in un film di Ettore Scola: Una giornata particolare.

Storia di una casalinga di dottrina fascista che incontra un uomo prossimo al confino, perché omosessuale, che lascerà in lei comunque un segno, sullo sfondo di una giornata “particolare”, ovvero il giorno dell’incontro storico tra Benito Mussolini e Adolf Hitler, il 3 maggio 1938.

Momenti topici della loro filmografia come lo spogliarello sulle note di Abat jour, di Ieri oggi e domani quando la Loren si ferma sul più bello poiché si ricorda di aver fatto in precedenza un fioretto.

Oppure l’acceso dialogo rivelatore tra Filumena Marturano e Domenico Soriano in Matrimonio all’italiana.

Gli ultimi film

Negli ultimi anni della sua carriera si è formata una strana coppia, che ha diviso e unito il pubblico italiano: la sua collaborazione con Massimo Troisi; suo collega nei due film di Ettore Scola: Splendor, in cui ha interpretato un tenero proprietario di un cinema prossimo alla chiusura.

E il film Che ora è?, in cui interpreta un avvocato romano facoltoso, che cerca un rapporto col figlio a lungo trascurato. Il loro è un duo che alterna il puntiglioso Marcello alla comicità napoletana di Massimo Troisi.

Ultimamente hanno riproposto al cinema alcuni dei suoi film più celebri in una rassegna chiamata Mastroianni 100, e che sta ottenendo un discreto successo di pubblico soprattutto nei cinema d’essai, in cui è commovente vedere giovani, futuri cineasti e non, catturati dalla magia di questi capolavori.

Marcello Mastroianni è stato un esempio di divismo nostrano, e internazionale, che ha creato un mito da ricordare per la sua versatilità e per i personaggi immortali da lui interpretati, e da noi percepiti per la vicinanza che hanno avuto con i nostri modi di essere.

È stato valorizzato da maestri del cinema italiano, che hanno reso il suo volto una storia affascinante da ricordare.

Andrea Lubello